Questo esempio mostra quanto i bambini soffrano a causa di conflitti distruttivi – sia a livello emotivo che fisico. Il ragazzo ha sofferto di sudorazione, battito cardiaco accelerato e oppressione al petto – classici sintomi di una reazione da forte stress.
Cosa provano i bambini
I conflitti distruttivi sono vissuti dai bambini come profondamente minacciosi. Si pongono domande come:
- «I miei genitori divorzieranno?»
- «È colpa mia se litigano?»
- «Ci sarà violenza fisica?»
Il carico emotivo si manifesta con sentimenti di paura, colpa, vergogna e impotenza. Molti bambini sviluppano la convinzione irrazionale di essere la causa del litigio – magari per aver preso brutti voti o per non essere stati “abbastanza bravi”.
Conseguenze negative dei conflitti distruttivi
La ricerca mostra una vasta gamma di effetti negativi dei conflitti distruttivi:
- Disturbi psicologici: ansia, depressione, disturbi alimentari (sintomi interiorizzati).
- Disturbi comportamentali: aggressività, iperattività (sintomi esteriorizzati).
- Reazioni fisiologiche allo stress: aumento del cortisolo, disturbi del sonno.
- Sofferenza emotiva: sensi di colpa, vergogna, disperazione.
Particolarmente preoccupante è il circolo vizioso che spesso si instaura: i bambini imitano i comportamenti disfunzionali dei genitori, manifestando a loro volta aggressività o chiusura. Contemporaneamente, soffrono di problemi di concentrazione e calo nel rendimento scolastico.
Bodenmann sottolinea che questi effetti non spariscono con la fine del litigio – persistono per ore o anche giorni, sotto forma di ruminazioni o disturbi psicosomatici come mal di testa o problemi digestivi.
Stili di conflitto: aperti vs nascosti
La Dr.ssa Corinne Bodenmann completa l’intervento con una descrizione chiara dei diversi stili di conflitto distruttivo:
Stili di conflitto apertamente distruttivi
- Verbale-aggressivo: litigi accesi, insulti, accuse.
- Fisico-aggressivo: uso della violenza o minacce.
- Passivo-aggressivo: sarcasmo, manipolazioni.
Stili di conflitto nascosti:
- Latente: tensioni non espresse, allontanamento dimostrativo.
- Evitante: i conflitti vengono ignorati o repressi.
- Ambiguo: comunicazione non sincera, senza una posizione chiara.
Interessante notare che sia i conflitti aperti che quelli nascosti hanno effetti negativi simili sui bambini – le differenze sono minime.
Il circolo vizioso dei conflitti distruttivi
Guy Bodenmann descrive un circolo vizioso:
- I genitori litigano spesso e in modo distruttivo.
- Questo genera stress e sopraffazione nei genitori.
- La loro sensibilità verso i bisogni dei figli si riduce.
- La qualità del legame con il bambino peggiora.
- Il bambino sviluppa comportamenti problematici – che diventano nuovi motivi di litigio.
Questo ciclo mostra quanto sia urgente riconoscere e rompere i modelli distruttivi.
La risoluzione costruttiva dei conflitti come chiave
L’unica via d’uscita è una gestione costruttiva del conflitto:
- I genitori si ascoltano attivamente e considerano i bisogni reciproci.
- Le critiche sono formulate in modo concreto, usando messaggi in prima persona.
- Una riconciliazione dopo il conflitto è essenziale.
I conflitti costruttivi offrono ai bambini un modello positivo per affrontare le divergenze e rafforzano la loro stabilità emotiva.
Il ruolo degli educatori parentali: creare spazi e rendere visibili i temi
Cosa significa tutto questo per i professionisti dell’educazione familiare?
- Sensibilizzare ai temi relazionali: anche se i genitori pongono solo domande educative, vale la pena considerare anche gli aspetti della relazione di coppia.
- Tempo di coppia come prevenzione: i genitori vanno incoraggiati a coltivare attivamente la loro relazione. La formazione può offrire impulsi, metodi concreti e risorse.
- Normalizzare il tema dello stress: lo stress non deve essere vissuto come un fallimento personale. È normale che le famiglie siano sotto pressione – conta come ci si rapporta ad essa.
- Offrire modelli e spazi di riflessione: in un ambiente sicuro, i genitori possono riflettere sui propri modelli relazionali e aprirsi a nuove prospettive – non come terapia, ma come prevenzione e promozione della salute.
Conclusione
Il filo conduttore dell’intervento di Guy e Corinne Bodenmann è chiaro: i bambini non hanno bisogno di genitori perfetti, ma di genitori che si impegnano nella loro relazione. Perché i bambini imparano per imitazione. Come si risolvono i conflitti, come si esprimono le emozioni, come si vive la vicinanza o si gestisce la frustrazione – tutto questo si impara nella vita quotidiana.
La qualità della relazione tra i genitori è quindi un fattore protettivo centrale per lo sviluppo del bambino – a livello emotivo, sociale e anche scolastico. L’intervento ci invita a concepire l’educazione